Così come il comandamento “non uccidere” pone un limite chiaro per
assicurare il valore della vita umana, oggi dobbiamo dire “no a
un’economia dell’esclusione e della inequità”.
Questa economia uccide. Non è possibile che non faccia notizia il fatto
che muoia assiderato un anziano ridotto a vivere per strada mentre lo
sia il ribasso di due punti in borsa. Questo è esclusione.
Non si può più tollerare il fatto che si getti il cibo, quando c’è
gente che soffre la fame. Questo è inequità.
Oggi tutto entra nel gioco della competitività e della legge del più
forte, dove il potente mangia il più debole. Come conseguenza di questa
situazione, grandi masse di popolazione si vedono escluse ed
emarginate: senza lavoro, senza prospettive, senza vie di uscita. Si
considera l’essere umano in se stesso come un bene di consumo, che si
può usare e poi gettare. Abbiamo dato inizio alla cultura dello
“scarto” che, addirittura, viene promossa. Non si tratta più
semplicemente del fenomeno dello sfruttamento e dell’oppres-
sione ma di qualcosa di nuovo: con l’esclusione resta colpita, nella
sua stessa radice, l’appartenenza alla società in cui si vive, dal
momento che in essa non si sta nei bassifondi, nella periferia, o senza
potere, bensì si sta fuori. Gli esclusi non sono “sfruttati” ma
rifiuti, “avanzi”. (Evangelii Gaudium
53)
L’esortazione apostolica Evangelii Gaudium di Francesco vescovo di
Roma, è un testo che, anche alla luce delle scelte, dei gesti
e della quotidianità del Papa, sostiene e declina la
speranza in questo tempo.
Il paragrafo 53 è il riferimento di questo Colloquio perché
chiarisce l’atteggiamento che ci ha resi cercatori di futuro: dopo aver
affrontato i mutamenti antropologici indotti dalle nuove tecnologie;
dopo aver guardato, con occhio disincantato, allo stato attuale
dell’economia ed alla crisi determinata dal dominio nel mercato di una
finanza sregolata ed inquinata; con questo terzo colloquio cerchiamo di
guardare nel lavoro che non c’è, nella perdita della sua dignità con
un’attenzione ai mutamenti in atto nelle forme della democrazia.
Siamo consapevoli, testimoni diretti, della situazione del mercato
del lavoro nel nostro Paese: differenze nelle opportunità di
occupazione tra aree territoriali, con forte svantaggio per il
Mezzogiorno; insufficiente partecipazione delle donne, inoccupazione
giovanile altissima, forte incidenza di lavoro precario; preoccupante
lo scoraggiamento, con un numero elevato di giovani che non studiano e
non lavorano. Questo nonostante riforme tentate o promesse, in nome
della semplificazione e della flessibilità; e nonostante la centralità
del tema del lavoro nella nostra Costituzione. È indispensabile
comprendere la profondità dei mutamenti a livello globale nel modo di
produrre, l’incidenza delle tecnologie che hanno cambiato il modo di
lavorare spostando l’asse dal lavoro operaio ed artigiano a quello
della conoscenza; ma significa anche coglierne l’incidenza sull’aumento
delle diseguaglianze, sull’allargamento delle povertà.
Si sta riducendo la possibilità dei lavoratori di esercitare un
controllo nei confronti del potere politico ed economico si mettono in
discussione i modelli democratici che pure si sono affermati nelle
economie capitalistiche occidentali: si troveranno nuovi equilibri o si
dovranno affrontare rischi crescenti per le nostre democrazie?
Ed ancora si può pensare ad un’uscita dalla crisi del lavoro che
tragga alimento anche da una modifica dei comportamenti individuali e
sociali e degli stili di vita delle persone?
Come da consuetudine di questi colloqui vorremmo che ai contributi introduttivi facessero seguito in modo diretto gli interventi dei partecipanti sulle trasformazioni del lavoro, sulle perdite di sicurezza vissute con riguardo alle prospettive future delle nuove generazioni.
ore 17.00 - Al lavoro!
saluto da parte del gruppo "Oggi la
Parola"
ore 17.15 - Mani di Dio mani degli uomini
Sandro Rotili monaco di
Camaldoli
ore 21.00 - Il lavoro di celluloide attraverso alcuni film
Domenico Iasello
insegnante, Arezzo
ore 09.00 - Lavoro per tutti: quando, come e perchè?
Fabrizio Barca economista, Roma
Roberto Mancini filosofo,
Macerata
ore 10.00 - DIBATTITO
guidato da Giuseppe Avallone formatore
aziendale,
Roma
ore 15.30 - Ci può essere democrazia se non c'è lavoro?
Fabrizio Barca e Roberto Mancini
ore 17.00 - DIBATTITO
guidato da Gianni Toniolo storico
dell'economia,
Roma
ore 09.00 - Più lavoro e più democrazia
tavola rotonda con Giuseppe
Avallone, Fabrizio Barca, Roberto Mancini, Gianni Toniolo
Il contributo di Camaldoli
Alessandro Barban priore
generale
Come al solito le giornate seguiranno il ritmo della preghiera
monastica, consentendo a chi lo desidera di partecipare alle funzioni
liturgiche
Per informazioni più dettagliate su orari e costi è possibile scaricare il pieghevole in formato PDF
R. MANCINI, Trasformare l’economia. Fonti culturali, modelli alternativi, prospettive politiche, Franco Angeli ed. 2014
N. URBINATI, La mutazione antiegualitaria. Intervista sullo stato della democrazia, a cura di A .Zampaglione, Laterza ed. 2013
L. GALLINO, Vite rinviate. Lo scandalo del lavoro precario, Laterza ed. 2014
G. ZAGREBELSKY, Fondata sul lavoro. La solitudine dell’articolo 1, Einaudi ed. 2013
F. BARCA (a cura di), Storia del capitalismo italiano, Donzelli ed. 2010
R. FONTANA, Complessità sociale e lavoro. La modernità di fronte al
just in time,
Roma, Carocci ed. 2013
premessa dell'autore